15 ottobre 2007

Blog Action Day

Oggi, 15 ottobre, è il Blog Action Day: ogni blogger è invitato a scrivere un post sullo stesso tema, l'ambiente.

Questo blog è un edublog, quindi un po' atipico rispetto alla stragrande maggioranza dei blog esistenti; nonostante questo ho pensato di partecipare, pensando anche al fatto che l'ambiente riguarda anche la tecnologia (ad esempio nella ricerca di soluzioni ai problemi ambientali) e che quindi i lettori del blog (studenti universitari di materie tecnologiche) saranno sicuramente sensibili al tema ;-).

L'argomento specifico che volevo affrontare è quello dell'energia, visto che da qualche tempo sui giornali italiani è ripresa la discussione sull'uso e la produzione dell'energia nucleare.

Mi sembra che si stia conducendo questa discussione in maniera poco scientifica, e con una visione molto limitata.

  1. intanto ritengo che per poter decidere se riprendere o meno
    la produzione di energia nucleare in italia sia necessario considerare i numeri (non c'è mai un quadro organico di questi dati sui quotidiani):
    • quanta energia consumiamo oggi?
    • da che fonti viene?
    • quanta ne compriamo?
    • quanto costa produrla?
    • quanto costerebbe produrla con impianti nucleari?
    • quanto costerebbe con altri metodi (es. solare, eolica, etc.)?
    • che percentuale del fabbisogno potremmo coprire realisticamente con ciascun metodo?
  2. secondo, spesso si dice che si sia interrotta, con il referendum dell'87, la ricerca sul nucleare, e che quindi oggi siamo indietro rispetto agli altri. Vero. Ma andrebbe a mio avviso presa in considerazione l'idea di spendere di più sulla ricerca energetica in generale. La decisione di quale fonte enrgetica adottare va presa dopo aver fatto un po' di ricerca, e non a priori senza fondamenti scientifici; inoltre, potremmo provare a essere leader della ricerca sulle nuove fonti di energia dove tutti cominciano a competere in questi anni.
  3. infine credo che la politica energetica oggi dovrebbe essere fatta a livello europeo, non più italiano, date le implicazioni economiche che ha nei confronti degli altri paesi (USA, Russia, etc.)
Sono solo alcune considerazioni iniziali. Cosa ne pensate? Scrivetemi la vostra opinione.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo con tanti interessi in ballo i mass media trascurano qualche fondamentale particolare.
Primi tra tutti la questione dei rigassificatori, argomento che arrivò alle orecchie di tutti dopo l'incidente a Taranto. Per capire un po' quello che è successo e per avere maggiori informazioni, vi linko un servizio di Report (RaiTre) ben fatto: http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1068853,00.html

Per quanto riguarda la questione del nucleare, forse non tutti sanno che in Italia, nelle basi NATO di Aviano e Ghedi Torre, ci sono 90 bombe nucleari di porprietà degli USA. Per info: http://www.icorvi.net/index.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=36&Itemid=37&lang=it

Ora vedo se trovo altre info.

Domenico C.

Unknown ha detto...

Nell'87, venne sfruttata l'ignoranza, chiamiamola ignoranza, della gente sull'energia nucleare e sui rischi che comporta avere una centrale in Italia, in termini di Sicurezza.

Non venne mai citato, e pochi se ne accorsero, della già avvenuta esplosione a Chernobil l'anno precedente, della quale, seppure avvenuta lontanissimo dal nostro paese, ancora ne risentiamo. (Allergie, Tumori etc.).

Inoltre, non è da dimenticare che la nostra energia elettrica è importata per gran parte dalla Francia, che, guarda caso, possiede una centrale Nucleare, che, qualora esplodesse, porterebbe disaggi quattro volte maggiori a Chernobyl. (Data la vicinanza)

La mia domanda è: vale la pena pagare e non avere una nostra centrale, se poi alla fine ne risentiamo ugualmente e, forse, anche in maniera più dura?

La Ricerca si dimostra, come sempre, arretrata, per via della nostra famosa Politica del "Magna Magna", che purtroppo continua a condizionare l'Italia e gli Italiani.

Mi esprimo adesso, per l'argomento energie alternative.

I nostri Ricercatori, in ogni campo, sono "costretti" a trovare, tra l'altro, lavoro in altri paesi, dato che l'Italia è conosciuta per la famosa politica del "Anche se tu hai fatto la scoperta, il merito è mio, in quanto capo dei Ricercatori". Questo porta ulteriore "fuga" di Ricerca, dato che, già sottopagati poichè i fndi per lo Sviluppo sono limitati e limitanti, senza alcun merito per la ricerca svolta... la domanda stavolta è: Chi lavorerebbe sotto queste assurde condizioni?

La risposta stavolta è semplice, anche se un pò volgare nel lessico: I cosiddetti "morti di fame", ergo, non di certo ricercatori che potrebbero guadagnare miliardi e fama in altri posti.

Termino qui, dimostrando, ancora una volta, il mio disprezzo per la politica italiana sulla ricerca.

Osservatore ha detto...

Perfettamente daccordo con Raphael.
Per me il problema del nucleare in Italia non è tanto l'impatto ambientale, dato che, come ci fa notare Raphael, a pochi passi dall'Italia ci sia una centrale nucleare, ma il pericolo che politi, mafia e imprenditori ci speculino sopra, creando chi sa quale disastro ambientale per fare soldi. Non abbiamo centrali nucleari in Italia ma già abbiamo avuto problemi con i rifiuti nucleari. Non voglio pensare che cosa potrebbe succedere con una centrale nucleare in Italia. Mi dispiace ammetterlo ma non mi fido di chi guida questo paese. La verità è che il nucleare non ci serve. Basta investire in risorse rinnovabili, dato che nelle nostre bollette per anni abbiamo finanziato l'Enel per investire in risorse rinnovabili e invece hanno fatto i rigassificatori. Non serve il nucleare, serve una nuova classe politica!